Il 06 e il 21 novembre  abbiamo accolto il gruppo di giovani cappuccini in formazione a Milano ospiti  a Genova nel  Convento di San Barnaba per un mese formativo-esperienziale accostando due elementi quali preghiera e lavoro.

Nel primo incontro ci viene chiesto di parlare della “preghiera contemplativa” nella nostra esperienza di vita di Clarisse Cappuccine.

Il termine “preghiera” è generico, abbraccia tutti non solo noi sorelle cappuccine; chiunque può pregare. Anche il termine “preghiera contemplativa” non ci identifica perché questa forma di preghiera è praticata anche da altri Ordini monastici, congregazioni, istituti religiosi, ecc.

Ma allora che cosa è la “preghiera contemplativa” per noi Cappuccine oggi?

Per rispondere a questa domanda non possiamo fare altro che ritornare indietro nel tempo, rituffarci nella nostra storia e fare memoria delle nostre origini, là dove siamo nate, con le persone grazie alle quali siamo qui oggi.

E’ necessario quindi tornare al sec. XVI con la figura di Maria Lorenza Longo, nobildonna catalana, trasferitasi a Napoli nel 1506 con il marito – reggente di cancelleria – e i figli. Lei è malata, completamente paralizzata dopo che una delle sue serve l’ha avvelenata per vendicarsi di un rimprovero ricevuto. Dopo qualche anno rimane vedova, in una città straniera; è ancora giovane, il suo corpo anche se paralizzato vorrebbe muoversi, lei vuole guarire. Decide quindi di andare in pellegrinaggio a Loreto per chiedere la guarigione e la ottiene: va a Loreto in lettiga e torna a Napoli con le sue gambe. Grata al Signore per averla risanata decide di farsi Terziaria Francescana e di dedicarsi agli ammalati recandosi come volontaria in un ospedale di Napoli.

Dopo la guarigione, Maria Lorenza non dimentica ciò che ha vissuto nella tempo della malattia e il suo cuore si apre alle necessità dei più bisognosi curandoli con le proprie mani nel corpo e occupandosi anche delle loro anime. Ma con l’avanzare degli anni e il sopraggiungere dell’anzianità il suo corpo comincia a cedere e si ripresenta la malattia di un tempo. E’ a questo punto che decide di ritirarsi in monastero per continuare a svolgere il servizio della carità usando l’arma della preghiera; e con il benestare di Papa Paolo III fonda il monastero delle Clarisse Cappuccine, luogo dove coltivare più profondamente l’unione con Dio.

Maria Lorenza ha vissuto nella sua malattia una grande impotenza per questo sapeva benissimo quale grande sofferenza portavano gli ammalati non solo a causa della malattia ma anche per essere considerati emarginati, diversi, ultimi e anche inutili  per il pensare del tempo. Lei ha saputo trasformare – unendo la sua buona volontà alla grazia di Dio – l’impotenza in uno strumento di “passaggio” della potenza di Dio. Ha compreso che le forze fisiche non bastano per compiere il bene perché hanno un limite, un termine; non così invece per la preghiera che prende il volto del proprio limite accolto e offerto al Signore che accogliendo l’offerta la trasforma in opera di grazia e la porta là dove è necessaria.

Dunque è questa per noi la preghiera contemplativa: accogliere le nostre debolezze, fragilità, incapacità, impotenze, cadute, ecc. e offrirle semplicemente al Signore perché sia lui a portare il bene dove manca.  E siamo grate al Signore che ci ha dato questa grazia, ci ha prescelte per aiutare a portare il peso del dolore dell’umanità sofferente e partecipare con lui al mistero della passione e morte per giungere insieme alla risurrezione.

Il tema del secondo incontro – 21 novembre – è stato  la “Vita Contemplativa”.

Tema quanto mai opportuno in un giorno – “Pro- Orantibus” – in cui tutta la Chiesa è invitata a pregare per noi che facciamo vita contemplativa.

Tre momenti hanno scandito l’incontro fraterno:

  • excursus storico della vita contemplativa con i documenti della Chiesa che hanno evidenziato nel tempo il valore della vocazione e della missione contemplativa, sottolineando il dono della Costituzione apostolica di Papa Francesco del Giugno 2017 Vultum Dei querere.
  • un cammino spirituale, indicando S. Chiara come modello e maestra di vita per aderire pienamente a Cristo. Abbiamo sottolineato come dice la VDq 4: “I contemplativi non propongono una realizzazione più perfetta del Vangelo,attuando le esigenze del Battesimo costituiscono un’istanza di discernimento e convocazione a servizio di tutta la Chiesa: segno che indica un cammino, una ricerca, ricordando all’intero popolo di Dio il senso primo e ultimo di ciò che esso vive”.
  • percorso di conoscenza del mondo delle IKONE, il loro valore sacramentale, l’importanza del canone, l’importanza per la preghiera e lettura dell’ikona della Trasfigurazione (come ikona simbolo della Vita Consacrata).

Al termine incontro con tutta la comunità la celebrazione dei Vespri della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio.

 

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