O Dio, nostro Padre,

suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere

al tuo Cristo che viene,

perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria

a possedere il regno dei cieli.

                                                    (Colletta della Prima domenica di Avvento)

 

Una grazia grande essere stati chiamati nella Casa del Signore.

Grande consapevolezza era nella vita, sul volto, nella fede incarnata nel quotidiano di sr. M. Clemente del Sacro Cuore.

Natalina Longoni nasce a Giussano (Milano) il giorno di Santa Chiara.   L’11 agosto 1925.

Entra nel  Monastero  delle Clarisse Cappuccine di San Remo nel giorno della Festa della Presentazione del Signore al Tempio.

Il 2 febbraio 1946.

Muore nel giorno della Festa dell’Apostolo Sant’Andrea.

Il 30 novembre 2019.  Vigilia dell’Avvento.

Ogni giorno con la semplicità e la fedeltà come compagne, ogni giorno con la tenacia e la mitezza di chi sa bene in Chi ha riposto la sua fiducia, nelle mani di Chi ha consegnato la vita.

Ogni giorno col desiderio di imparare, fino alla fine, ogni giorno aderendo al Signore nell’amore alla comunità e al volto e al bisogno di ciascuna sorella, nel servizio a ciascuna sorella da “vestire” come solo una madre può fare.

In silenzio, sempre pronta.

Aderire al Signore nel luogo da Lui assegnato:

  • in una famiglia unita, fucina di fede concreta e laboriosa, nel dono di genitori e di fratelli e poi di nipoti, che custodiva con grande affetto. Che ha portato nella preghiera e nella quotidiana offerta del Sacrificio Eucaristico come nella fedeltà agli impegni del quotidiano.
  • nel monastero di San Remo, di recente fondazione e pullulante di giovani vocazioni, ove ha iniziato la vita di Clarissa cappuccina;
  • nel cammino laborioso della impegnativa fusione di quel giovane pollone su questo, carico di storia fondato in Genova fin dal 1577; qui il 10 dicembre 1947 emette la sua Professione Religiosa, affidandosi alla comunità fatta di sorelle “donate”;
  • nella comunità di Ravenna, in cui ha prestato il servizio di madre;
  • nella dimensione missionaria, fino a poter anche fisicamente  partire per l’Etiopia nel 1990;
  • di nuovo a Genova, consapevole della chiamata per il mondo intero, “stendendo e allargando i paletti della tenda”  del cuore, come le veniva indicato nei fatti concreti, facendo ogni cosa bene, con dedizione essenziale, con tenacia e fedeltà, grata al Signore. Seduta alla macchina da cucire, ove ciascuna di noi sapeva di poterla trovare,  attenta al bisogno, e prima ancora vigile nel prevenire le necessità di ognuna;
  • nel servizio di “rotara”, svolto con grande sollecitudine alla domanda di chi veniva a bussare o telefonava: un fratello, una sorella in cui è presente il Signore;
  • nella permanenza in infermeria e nella malattia di questi quattro anni, in cui il Signore con cura amorevole ha cesellato il suo cuore e il suo corpo nella pazienza e nella preghiera incessante e vigile, e in cui noi abbiamo potuto starle accanto e accudirla, mentre lei era partecipe di tutta la vita della comunità e sosteneva e “accudiva” noi.

Sr. Clemente,  con tutte le sorelle che ci hanno preceduto, ha seminato un seme buono fra noi. Domandiamo al Signore di far crescere  questo seme perché  porti  un  buon frutto per tutta la Chiesa, per tutti i nostri fratelli uomini. Fino agli estremi confini della terra.   Per la Gloria di Cristo.

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