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Nella memoria liturgica di sant’Agnese di Boemia, proponiamo la vita della santa. 

LEGGI LE LETTERE DI S. CHIARA A S. AGNESE

Vita della vergine Agnese di Praga

Scritta tra la fine del XIII secolo e i primi decenni del XIV, probabilmente da un frate della comunità minoritica voluta dalla medesima Agnese di Praga (1205-1282), la presente Vita in quanto agiografia offre una lettura teologica della storia della clarissa boema. Di seguito sono tralasciati i miracoli, pur importanti, narrati nel capitolo XIII che si possono trovare, in J. Nemec, Agnese di Praga, Ed. Porziuncola, Assisi 1982.

Comincia il prologo della vita dell’inclita vergine suor Agnese dell’ordine di Santa Chiara, di Praga, figlia del re di Boemia Premysl detto Ottocar

Più di una volta sono stato spinto dalle richieste delle venerabili vergini suore dell’ordine di Santa Chiara, di Praga, a scrivere la vita e gli atti della nobilissima vergine suor Agnese, figlia dell’inclito re di Boemia, Premysl, perché la sua straordinaria santità non rimanesse nascosta sotto un dannoso silenzio. Il suo ricordo merita, infatti, di essere celebrato in eterno con espressioni di lode, poiché la imperscrutabile sapienza divina la pose come lucerna sul candelabro della Chiesa militante e dolcemente l’accese con la fiamma della sua grazia, affinché ardesse vivamente in lei per i meriti della sua vita ed illuminasse chiaramente gli altri con la luce del suo salutare esempio. Da parte mia c’era tutta la buona volontà di assecondare questa logica e pia richiesta nella speranza di un’eterna ricompensa, ma, dopo un’attenta riflessione, non ritenendomi all’altezza di questo compito, trattenni dallo scrivere l’indegna mia penna, preso dal timore di oscurare con un inadeguato discorso quanto invece doveva essere esaltato con alte lodi. Finalmente, costretto dall’ordine del reverendo padre superiore, al quale si deve obbedienza, assunsi l’incarico che era al di sopra delle mie forze, preferendo venir meno con umile obbedienza sotto il peso di così grande fatica, piuttosto che andare ostinatamente contro la volontà del superiore, consapevole anche del fatto che la mancata obbedienza è ritenuta un peccato come la superstizione o un’iniquità come l’idolatria.

Così, per la nostra impossibilità di rivendicare qualche cosa come proveniente da noi, in quanto ogni nostra capacità dipende da Dio, il quale misericordioso produce in noi, per benevolenza, il volere e l’operare, riposi in Lui l’intera fiducia concessami dal mio superiore. Intendo dunque scrivere intorno a questa straordinaria vergine soltanto quelle notizie che ho potuto ricevere da quelle persone che vivendo con lei videro direttamente la grandi opere delle sue virtù e che, per i meriti della loro vita, difficilmente potrebbero non essere credute. Illustrerò le grandezze che il Signore si degnò di compiere in considerazione dei suoi meriti, non solo quando era in vita, ma anche dopo la sua beata morte. Di queste alcune pervennero alla mia conoscenza attraverso una visione personale, altre attraverso la testimonianza, accolta con la garanzia di prove sicure, di coloro che ne furono beneficiati. Nella narrazione ho disposto i fatti, per motivi di chiarezza, non sempre secondo l’ordine cronologico, ma, per semplicità, quanto più succintamente e convenientemente mi è stato possibile, ho riunito tutti i fatti che riguardavano un determinato argomento, accaduti o no nello stesso tempo, non solo per evitare motivo di fastidio a chi preferisce la brevità, ma anche per infiammare con più ardore l’animo dei fedeli, spingendoli all’imitazione di questa vergine illustre. Pertanto tutta la sua vita è contenuta in tredici capitoli. Il primo ha come argomento la nascita e la giovinezza; il secondo tratta della santa vita trascorsa, dopo la morte del padre, alla corte del fratello; il terzo parla dell’entrata nell’Ordine di Santa Chiara; il quarto della grande umiltà e obbedienza; il quinto della santa e autentica povertà; il sesto delle gravi sofferenze da lei stessa imposte al suo corpo; il settimo dell’amore per la preghiera e dell’ammirabile devozione al Sacramento dell’Altare; l’ottavo illustra il ferventissimo amore per la croce di Cristo; il nono l’abbondante carità verso le suore e gli afflitti; il decimo ha per oggetto le rivelazioni che Dio le ha concesso; l’undicesimo la morte e gli avvenimenti ad essa legati; il dodicesimo la sepoltura; il tredicesimo, infine, espone i miracoli compiuti per intercessione divina.

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