Si fece povero e acquistò ricchezze, si fece obbediente, e fu adorato, ricevette culto divino, perché fu piagato, divenne vivo perché fu sepolto, fu onorato perché era stato punito, fu come un obbrobrio perché portò l’infamia, e diede la gioia perché fu contristato; perché fu denudato ci vestì; e crocifisso ci sanò; cadde nella morte, perciò fu innalzato. Fu lodato come Unigenito, a tutte le nazioni fu annunziato come giudice di giustizia.
Gregorio di Narek., Discorso Panegirico
Carissimi Fratelli, Sorelle, Amici,
questo è un anno molto speciale che il Signore ci dona.
Il Santo Padre lo ha voluto dedicato alla Vita Consacrata, e proprio perché vissuto nel cuore della Chiesa e al cuore delle vicende che vive il nostro mondo e i nostri fratelli uomini, ci vede non solo coinvolte ma pienamente partecipi delle gioie e dei dolori di ciascuno di loro, di ciascuno di voi. “Se un membro soffre tutte le membra soffrono insieme.” E’ importante per tutta la Chiesa far memoria del cammino di dolore e di santità del popolo Armeno, di cui ricorre proprio in questo anno il centenario del genocidio. Il Santo Padre ha focalizzato l’attenzione di tutti noi sulla figura di uno dei grandi santi di questo popolo, san Gregorio di Narek, grande teologo che sarà indicato da papa Francesco anche come dottore della Chiesa proprio nella data del genocidio, il prossimo 23 aprile. Abbiamo così anche noi iniziato a conoscerlo un po’ e dalla ricchezza della sua teologia e spiritualità abbiamo scelto il brano per introdurre questa nostra lettera. Come dalla ricchissima serie di croci nate nella storia di questo popolo ne abbiamo scelte alcune che segnino queste pagine, perché “dicono” anche a noi come ancora oggi la croce accompagna coloro che sono di Cristo a tutte le latitudini, e ci ricordano di pregare per questi fratelli. Tenendo fisso la sguardo su questi piccoli ceselli intarsiati con arte sublime e prima ancora con amore, facciamo memoria di Colui che sulla croce è morto per noi. La croce accompagna la nostra vita, ed è una croce gloriosa. il Signore ha vinto la morte, risuscitando nella gloria, ha rinnovato con sé tutti coloro che sono morti. Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa. E noi preghiamo perché il Signore faccia crescere questa fede, viva e salda,e la renda molto feconda, in ciascuno di noi e in tutti coloro che sono nella prova.
Carissimi fratelli, Santa Pasqua
Sr. Paola Chiara e le sorelle clarisse cappuccine