OTTAVO GIORNO
3240 41. Accelera ormai la divina Provvidenza il compimento del suo disegno nei riguardi di Chiara; si affretta Cristo ad innalzare la povera pellegrina al palazzo del regno celeste.
Ormai ella arde e sospira nel desiderio di essere liberata da questo corpo di morte e di vedere Cristo regnare nelle eterne dimore, dopo averlo seguito povero in terra con tutto il cuore, da poverella.
Ecco che, sulle sue sante membra consunte dall’annosa malattia, grava nuova debilitazione, che indica prossima la chiamata del Signore, come pure prepara la via della salute eterna.
3241 Si affretta il signor papa Innocenzo IV di santa memoria a visitare l’ancella di Cristo insieme con i cardinali; e come ne aveva approvata la vita più di quella di ogni altra donna del nostro tempo, non esita a onorarne la morte con la sua presenza papale. Entrato nel monastero, si dirige al piccolo giaciglio e accosta alla bocca della malata la mano da baciare.
Ella la prende con somma gratitudine e chiede di baciare, con supremo rispetto, anche il piede del Papa.
E il Signore, salito su uno sgabello di legno, cortesemente si degna di porgerle il piede, che ella bacia sopra e sotto appoggiandogli riverentemente il viso.
3242 42. Poi, con espressione angelica, chiede al Sommo Pontefice la remissione di tutti i peccati. Ed egli, esclamando: «Avessi io bisogno solo di altrettanto perdono!», le impartisce il dono della piena assoluzione insieme alla grazia di un’ampia benedizione.
3243 Quando tutti se ne furono andati, poiché quel giorno aveva anche ricevuto dalla mano del ministro provinciale l’Ostia santa, levati gli occhi al cielo e giunte le mani a Dio, dice piangendo alle sue sorelle: «Lodate il Signore, figliole mie, perché oggi Cristo si è degnato di farmi un dono tale, che non potrebbero ripagarlo cielo e terra! Oggi – spiega– ho ricevuto Lui stesso, l’Altissimo e ho meritato di vedere il suo Vicario!».