LE ANTIFONE MAGGIORI DELL’AVVENTO
MAURICE GILBERT S.I.
INTRODUZIONE
Dal 17 al 23 dicembre, le sette antifone che accompagnano il canto del Magnificat ai vespri della Liturgia delle Ore costituiscono una serie chiamata «antifone maggiori» o «antifone “O”».
Ciascuna di esse comincia infatti con un’invocazione – «O» – rivolta al Signore Gesù.
Questo settenario è molto antico: risale al tempo di papa Gregorio Magno, attorno agli anni 600, e si legge nel Liber responsalis sive antiphonarius come antifone al testo evangelico del Magnificat nei sette giorni che, alla fine dell’Avvento, precedono la celebrazione del Natale.
In queste pagine, proponiamo una lettura di tali antifone celebri, cercando di ricavare dalle citazioni implicite dei testi, soprattutto dell’Antico Testamento, la profonda teologia che esse offrono.
Il testo originale è stato scritto in latino e ne daremo la stesura, ben resa nella versione ufficiale della Liturgia delle Ore.
Una prima osservazione conferma l’unità e l’ordine di questa serie di antifone.
Chi legge in latino la prima lettera che segue, in ciascuna di esse, la «O» iniziale scopre un acrostico al rovescio molto significativo.
Ecco in latino e in italiano, la sequenza di queste parole:
Sapientia – Sapienza
Adonai – Signore
Radix – Germoglio
Clavis – Chiave
Oriens – Astro
Rex – Re
Emmanuel – Emmanuele
Quando si parte dall’ultima, la prima lettera di ciascuna parola latina, qui stampata in grassetto, permette di leggere due parole latine: ERO CRAS, cioè «[ci] sarò domani».
Si vede allora che la serie si divide in due parti, le quattro prime antifone, dal 17 al 20 dicembre, e le tre ultime, dal 21 al 23.
Cercheremo di verificare se questa divisione è fondata nel contenuto delle antifone stesse. In ogni caso, si percepisce che esse intendono preparare al Natale. Si sa che i vespri del 24 dicembre sono già quelli della vigilia della festa.
Adesso passiamo alla lettura attenta di ciascuna delle sette antifone. Infatti, esse sono composte molto accuratamente: dopo un titolo introdotto dalla «O» e giustificato per due righe, salvo nella quinta antifona, l’ultima riga formula una domanda introdotta da «veni/vieni». Inoltre, tutte queste righe costituiscono un centone di vari testi, per lo più dell’Antico Testamento, che annunciano il Messia. Siamo dunque nell’atmosfera dell’Avvento, così ben accennato nella Liturgia della Parola dopo la riforma voluta dal Concilio Vaticano II.
Da “La CIVILTA’ CATTOLICA” del 15 novembre 2008