L’anno giubilare della misericordia si è concluso, ma siamo esortati da papa Francesco a far sì che i frutti di misericordia si moltiplichino e non si esauriscano con la chiusura della Porta Santa.
In effetti questo anno, centrato sulla misericordia, ha segnato un nuovo inizio per la Chiesa e per noi tutti; siamo stati introdotti in un nuovo cammino con le caratteristiche della fedeltà e della perseveranza. Ed è un cammino che anche noi, Clarisse Cappuccine di Genova, abbiamo voluto intraprendere seguendo l’esempio del Santo Padre e in obbedienza al Concilio Vaticano II che in Unitatis Redintegratio 5 esorta: «La cura di ristabilire l’unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori, e tocca ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nella vita cristiana di ogni giorno quanto negli studi teologici e storici».
Il viaggio del Santo Padre in Svezia per la commemorazione ecumenica del quinto centenario della Riforma Luterana, è stato un gesto molto significativo per la Chiesa tutta, che ha toccato il cuore di tanti uomini. Un gesto di comunione, di riconciliazione, di perdono reciproco, un gesto – come ha detto il cardinale Walter Kasper – «per confessare il peccato condiviso e per celebrare la comunione fondamentale (un solo Battesimo) già esistente»[1] e parte di una Tradizione comune. Un gesto con il quale papa Francesco ha voluto sottolineare la “cultura dell’incontro”, avvicinandosi di più ai fratelli e alle sorelle luterani. Un gesto che ci ha non solo commosso, ma anche interpellato comunitariamente e personalmente.
Attingendo da questo esempio e dalle parole di papa Francesco: «fare qualcosa insieme è la forma più alta ed efficace di dialogo»[2], abbiamo voluto partecipare attivamente al rinnovato respiro della Chiesa con un gesto concreto: pregare insieme, organizzando in data 12 dicembre 2016 nella nostra Chiesa un incontro ecumenico in preparazione al Natale che ha avuto come tema il “Magnificat”. Insieme con la Comunità Luterana guidata da Jacob Bets – pastore della Chiesa luterana di Genova e Sanremo – abbiamo celebrato la preghiera del Vespro. Il pastore ha proclamato il suo sermone commentando il Magnificat, proponendo Maria come modello della fede al quale anche Lutero ha fatto riferimento nei momenti più faticosi della sua vita, e sottolineando come ogni uomo sia chiamato a lodare Dio per le sue opere, così come Maria nell’incontro con la cugina Elisabetta, viene invasa dalla gioia ed esulta per ciò che Dio ha compiuto per il suo popolo.
Dopo la celebrazione del Vespro la nostra comunità ha incontrato i fratelli luterani con i quali c’è stato un dialogo di conoscenza reciproca e lo scambio degli auguri natalizi senza tralasciare la promessa di incontrarci ancora.
Anche noi oggi, come Maria allora, desideriamo con gioia ed esultanza, ringraziare, lodare e benedir
e il Signore per i prodigi che ha compiuto e che sempre compie nella nostra vita, nella nostra storia.
La Chiesa cammina e noi sue figlie, camminiamo con lei.
[1] Cfr. intervista su Avvenire del 9 dicembre 2016.
[2] Cfr. Ulf Jonsson, Osservatore Romano, 30 ottobre 2016.