31 marzo Anno Domini 2024
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In questo giorno, che il Signore
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ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua:
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Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne
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“Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia, Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore, Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio. Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.”
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Carissimi fratelli, sorelle, amici,
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il 2023 si è incastonato nel 2024 e il centenario del Presepe di Greccio è confluito nel centenario delle Stimmate. Quel Gesù, quel Signore che ha deciso di farsi carne nel grembo della Vergine Maria, è Colui che ogni giorno scende sull’altare per le mani del sacerdote in poca apparenza di pane e di vino. Quel Gesù che ha offerto se stesso al Padre, in obbedienza al Padre, e ha deciso di rimanere con noi fino alla fine del mondo, è Colui che nelle sembianze di Serafino alato e crocifisso imprime il sigillo nella carne, nella mente, nella vita di Francesco, nelle sue mani, nei suoi piedi, nel suo fianco, rispondendo al desiderio di lui, alla sua domanda, alla sua preghiera:
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« O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti priego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nell'anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch' io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori ». (II Considerazione delle Stimmate)
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Quel Gesù che Chiara contempla e che è lo Specchio in cui riconoscere il dono, l’offerta, l’obbedienza al Padre per noi, è il Signore che ci invita a stare con Lui e fare come Lui nel Corpo che è la Chiesa:
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“Mira, in alto, la povertà di Colui che fu deposto nel presepe avvolto in poveri pannicelli. O mirabile umiltà e povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra, è adagiato in una mangiatoia! Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà, e insieme ancora la santa povertà, le fatiche e le pene senza numero ch’ Egli sostenne per la redenzione del genere umano. E, in basso, contempla l’ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Perciò è lo stesso specchio che, dall’alto del legno della croce, rivolge ai passanti la sua voce perché si fermino a meditare:
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O voi tutti, che sulla strada passate, fermatevi a vedere se esiste un dolore simile al mio; e rispondiamo, dico a Lui che chiama e geme, ad una voce e con un solo cuore: Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l’anima mia.” (IV lettera ad Agnese di Praga)
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è il Gesù che a San Damiano è crocifisso ed è risorto, ha gli occhi spalancati e parla a Francesco e gli rivela la sua vocazione di restaurare il corpo della Chiesa, la Sua Casa, il Suo Corpo. E la Sua Casa siamo noi. E’ Gesù vivo, e presente ora.
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Domandiamo a Lui, l’unico che può farlo, di strappare il velo che avvolge il nostro cuore, e i nostri occhi, perché lo riconosciamo!
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Lo riconosciamo nelle situazioni del nostro oggi, nella guerra che colpisce e affligge tanti nostri fratelli, perché solo guardando a Lui possiamo trovare le vie della vera pace. Egli è la nostra Pace!
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Lo riconosciamo nella povertà di tanti popoli, di tanti uomini oppressi. Egli si è fatto Povero per noi! Per farci ricchi con la sua povertà.
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Lo riconosciamo nel grido dei nostri fratelli che domandano più di ogni sicurezza e agio un senso, il Significato della vita, e intanto sono affamati e assetati! Perché ciascun uomo desidera bere e dissetarsi alla sola Roccia spirituale che segue il nostro cammino, e la Roccia è Cristo! E’ Lui il Significato di tutto, della vita e della morte, di ogni attimo che ci è dato!
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E’ Dio Altissimo, cui Francesco dopo aver ricevuto il dono delle stimmate, canta le Lodi, con cui abbiamo iniziato questo messaggio pasquale. Francesco desidera stare di fronte a Cristo, stare con Lui, seguire le sue orme, essere amico di Cristo, obbediente al Padre, e cantare le sue lodi. Ed entrare nella realtà del Ringraziamento, quella dimensione nuova che Cristo ha dato. Lui ha trasformato in ringraziamento, e così in benedizione, la croce, la sofferenza, tutto il male del mondo. E così ha transunstanziato la vita e il mondo, e ci ha dato e ci dà ogni giorno il Pane della vera vita, che supera il mondo grazie alla forza del Suo amore. Vogliamo inserirci in questo “grazie” del Signore, e così realmente ricevere la novità della vita, e aiutare per la trasfigurazione, per la transunstanziazione del mondo: che sia un mondo non di morte, ma di vita, un mondo nel quale l’amore ha vinto la morte. (cfr. Benedetto XVI, 28-06-2016)
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A Gesù vivo vi affidiamo, e siamo certe di essere da voi tutti a Lui affidate, in profonda, reale, concreta Comunione.
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Carissimi fratelli, il Signore crocifisso e morto per noi, è Risorto!
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sr. Paola Chiara e le sorelle Clarisse Cappuccine
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«Il Signore ti benedica e ti custodisca,
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mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.
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